PROGETTO GRECIA

Come nasce il progetto
A settembre 2020, un gruppo di volontari Protection4Kids ha visitato vari campi profughi in Grecia nel corso di una missione umanitaria. Passando dai campi di Eleonas, Malakasa, Schisto, e dopo aver incontrato svariati gruppi bisognosi di assistenza, abbiamo capito che in zona c’è un grande bisogno di aiuti concreti che ci siamo impegnati a portare in prima persona.
Tra i campi visitati c’è in particolare il campo curdo di Lavrio, ad un’ora circa da Atene, che ospita 280 persone di cui il 42% è composto da minori. Gli adulti presenti si dividono tra rifugiati ed attivisti politici Curdi provenienti principalmente da Siria (41,43%) e Afghanistan (26,43%).
La peculiarità di questo campo è l’autogestione interna da parte delle e degli abitanti secondo i principi del confederalismo democratico, ispiratosi al modello del Rojava.
Cosa facciamo
L’azione di Protection4Kids si concentra su due fronti: da un lato, inviamo nuovi gruppi di volontari in missioni umanitarie periodiche, a seguito di adeguata formazione. I volontari sono fondamentali per la distribuzione di beni di prima necessità, per la proposta di workshop per adulti e bambini, per assistere i rifugiati, per un ascolto ed una parola di conforto. Nel gruppo siono sempre presenti dei medici, per aiutare ad arginare la diffusione di problemi sanitari nei campi.
Un secondo campo d’azione è caratterizzato dalla raccolta di dati e testimonianze, con i quali stiamo lavorando a un report sulle condizioni di vita dei campi volto a evidenziare eventuali violazioni dei diritti umani.


Claudia Manzone, nostra collaboratrice e volontaria in Grecia, scrive:
“Quando pensiamo al Kurdistan abbiamo in mente le rivendicazioni separatiste e le lotte contro il terrorismo. La realtà di Lavrio, trascende queste normali narrazioni e rielabora, seppur, in uno spazio limitato, l’esperienza del Rojava.
Quest’esperienza si nutre dei grandi ideali che tipicamente, e in taluni casi, esclusivamente associamo all’Occidente. Ma pensare femminista è pensare curdo!
Pensare ad una società di uguali, che sono tali nell’accoglienza della differenza: sessuale, religiosa e di provenienza.
“Women and men are same” un concetto, apparentemente medio e vago, e che assume una forza e in alcuni casi una violenza diversa, se nasce in un ambiente notoriamente ostativo nei confronti di una gestione femminista”.

“Quello del dare è un gesto che porta, con sé, una carica di umanità difficilmente esprimibile.
Oggi, siamo partite e partiti con l’intenzione di aprire le porte del nostro paese attraverso uno dei simboli culinari che lo rappresentano: la pizza!
Alla fine i confini che si sono dischiusi sono stati molti di più: la musica curda ha accompagnato un momento che è nato cantando, cucinando e confrontandosi: sul cibo, sulla musica e, in una nota più malinconica, toccando temi come la questione curda e la guerra siriana.
Dare per dare, ma con la consapevolezza di ricevere, inevitabilmente, la ricchezza della diversità dell’altro, nelle sue molte sfumature”.
GLI OBIETTIVI


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