Il fatto che i social network abbiano invaso la nostra quotidianità è un dato inconfutabile. Secondo quanto riportato dall’ISTAT, nel 2024 il tasso di diffusione di Internet tra le famiglie italiane ha raggiunto l’86,2%: indipendentemente dall’età o dal luogo di provenienza delle persone, nello scenario attuale risulta pressoché impossibile rimanere estranei agli effetti provocati dal web.
Troppo spesso però, a non essere adeguatamente tenuti in considerazione sono i possibili “effetti collaterali” che possono accompagnare l’utilizzo di queste piattaforme online: i nuovi media hanno dimostrato di rappresentare terreno fertile per tendenze pericolose, soprattutto per gli utenti più giovani e inesperti che spesso non si dimostrano in grado di utilizzare consapevolmente questi strumenti. A tal riguardo, uno dei principali problemi risulta essere la mancanza di un’adeguata educazione all’utilizzo dei social proprio nei giovani, coloro che, dati alla mano, risultano essere le vittime più vulnerabili, ma anche i principali utilizzatori di queste piattaforme.
Tra i maggiori rischi legati all’utilizzo irresponsabile del web vi è senza dubbio la pedopornografia: un fenomeno che vede il coinvolgimento di centinaia di organizzazioni criminali e milioni di utenti adulti che quotidianamente producono o utilizzano immagini o video di minori a sfondo sessuale. A partire dal 2022 Protection4Kids ha lanciato il progetto Education4Kids dedicato a combattere il problema della pedopornografia online attraverso l’educazione di bambini e bambine a un utilizzo responsabile del web.
Durante gli anni scolastici 23/24 e 24/25, nell’ambito del progetto Education4Kids, Protection4Kids ha svolto un ciclo di incontri formativi presso l’Istituto Salesiano “E. di Sardagna” di Castello di Godego (TV). Prima dell’inizio del ciclo di incontri, ai giovani studenti dell’istituto è stato chiesto di rispondere ad un breve questionario anonimo sul loro rapporto con i social. I dati emersi dall’indagine meritano un’attenta ed approfondita analisi nei seguenti paragrafi.
I giovani: i più vulnerabili
Per comprendere al meglio i risultati dell’indagine risulta essenziale descrivere il contesto e i tratti caratteristici degli intervistati. Tra i 313 questionari raccolti (238 durante l’anno scolastico 23/24 e 75 nel 24/25) è emerso che il 79% degli intervistati (248 alunni) ha dichiarato di avere un’età compresa tra i 10 e i 13 anni,il 20% (64 alunni) rientravano nella fascia d’età tra i 13 e i 15, e solo1 intervistato risulta avere più di 15 anni.
Questi dati certificano che i soggetti a cui è stato sottoposto il questionario rientrano pienamente all’interno della fascia d’età adolescenziale e pre-adolescenziale. È proprio durante questo delicato periodo di crescita che la maggior parte dei giovani inizia ad avere uno smartphone e, di conseguenza, ad entrare in contatto con il mondo dei social.
Alla domanda “Hai uno smartphone/telefono cellulare?” presente all’interno del questionario, 159 dei 238 alunni intervistati nel 23/24 hanno risposto in maniera affermativa. La medesima percentuale di “SI”, pari al 66%, è stata raggiunta anche durante l’anno scolastico successivo quando a fronte di 75 intervistati, 50 hanno risposto di avere uno smartphone: 2 su 3. Queste percentuali evidenziano in maniera chiara l’importanza delle attività di Protection4Kids nell’educare i giovani a fronteggiare i rischi legati a un uso improprio del web.
Ore che volano, rischi che restano
A questo punto dell’indagine sorge spontaneo chiedersi quanto i giovani utilizzino lo smartphone. Secondo una ricerca condotta nel 2020 dall’Osservatorio scientifico di Movimento Etico Digitale, associazione no-profit diretta dall’insegnante e social media coach Davide Dal Maso, su un campione di 2.000 giovani compresi tra gli 11 e i 18 anni, poco meno dell’80% dei ragazzi trascorre più di 4 ore al giorno sui social: un dato che, se moltiplicato per 365 giorni, equivale a trascorrere 2 mesi all’anno sulle piattaforme online.
Riproponendo il quesito all’interno del questionario di Protection4Kids i dati emersi risultano in parte diversi. Su un campione di 278 alunni, due terzi degli intervistati ha dichiarato di trascorrere meno di 2 ore al giorno al telefono, mentre solo l’8% ne passa almeno 4. Le discrepanze evidenziate possono essere dettate da diversi fattori: senza dubbio la scelta di Movimento Etico Digitale di svolgere l’indagine nel bel mezzo dell’emergenza Covid-19 ha influito sui risultati ottenuti. In un periodo di restrizioni in cui lo smartphone rappresentava l’unico mezzo
per comunicare con il mondo esterno, per i giovani è stato inevitabile passare più tempo sul web.
In aggiunta anche il range d’età degli intervistati può aver inciso sulle differenze emerse: come già detto, se il questionario del 2020 riguardava giovani compresi tra gli 11 e i 18 anni, quello preparato da Protection4Kids era indirizzato esclusivamente alle classi di una scuola secondaria di primo grado. Va inoltre considerato che la differenza nel numero di intervistati può aver inciso, seppur in maniera parziale, sulle diverse percentuali emerse. Al di là delle differenze riscontrate, ai fini della nostra analisi risulta chiaro il fatto che gran parte dei giovani d’oggi passa diverso tempo al telefono. Un tempo che, se non accompagnato da un’adeguata educazione all’uso del web, potrebbe rivelarsi molto pericoloso per loro.
Il passo successivo è capire quali sono le piattaforme su cui i giovani trascorrono questo tempo. Protection4Kids, all’interno del già citato questionario, ha chiesto ai giovani studenti di indicare quali social utilizzassero più spesso, presentando loro un elenco di 8 importanti piattaforme social.
Dai risultati dei 229 questionari raccolti si evince che i due social più utilizzati sono senza dubbio TikTok (con 130 preferenze) e Instagram (con 118), seguiti da Snapchat (72) e X (45). Minori invece le preferenze per Telegram (21), Facebook (18), Threads (5) e Linkedln (3). I dati sopraelencati ci mostrano una significativa inversione di tendenza: se fino ad una decina di anni fa era senza dubbio Facebook il social più utilizzato, oggi i giovani prediligono video più brevi, e spesso personali, che generano un coinvolgimento maggiore rispetto ai contenuti testuali. Non è quindi un caso che nel marzo 2025 TikTok abbia raggiunto 1,83 miliardi di utenti attivi mensili, con un tempo medio di permanenza sulla piattaforma che oscilla tra i 58 e i 95 minuti al giorno.
A conferma della veridicità di questi dati, un’indagine di inizio 2024 condotta da Adobe ha mostrato come oltre il 40% degli utenti americani utilizza TikTok per cercare informazioni, ridefinendo quindi il modo in cui le persone cercano e scelgono cosa acquistare e, soprattutto, a chi affidarsi.
Una volta compreso il contesto attuale – cioè quali piattaforme i giovani utilizzano e per quanto tempo – e consapevoli dei rischi legati a un uso non responsabile dello smartphone, è ora importante capire con quale frequenza questi rischi si manifestano.
A tal proposito alla domanda “Ti è mai capitato di essere contattato/a da uno sconosciuto tramite social?” ben 98 risposte su 307 pervenute risultano essere affermative.
Sebbene a primo impatto il 31,9% possa sembrare una percentuale minoritaria, guardando il dato da un punto di vista più responsabile emerge come a quasi 1 giovane su 3 sia successo di imbattersi in questa situazione.
Se è vero che in alcuni casi gli utenti “sconosciuti” nutrono un genuino interesse nel fare nuove conoscenze (ed è questo uno dei principali scopi con cui sono state create queste piattaforme), al contempo è noto a tutti che spesso dietro a questi profili si nascondono persone con intenti tutt’altro che positivi. Di pari passo con le risposte appena analizzate vi sono quelle relative alla domanda riguardante la sensazione di paura vissuta a causa di qualcosa accaduto nei social network.
Anche in questo caso circa il 30% dei poco più di 300 intervistati ha dichiarato di aver provato questa sensazione: un dato che non ha bisogno di ulteriori spiegazioni e che forse descrive meglio di qualsiasi altra cosa i rischi e le conseguenze derivanti da un uso non corretto delle piattaforme online.

